2. Il Maggiore Mandolòn
e lo strano caso del contrabbando di messaggi

di Massimiliano della Rocca

 

NOTA: Questo racconto è frutto esclusivo della mia fantasia (fantasia malata, dirà qualcuno). Fatti e persone sono quasi immaginari, ed ogni somiglianza alla realtà è più o meno puramente casuale.

 

Il maggiore Enrico Mandolòn era seduto alla scrivania del suo ufficio romano, al sesto piano del palazzo del SisMax. La missione di Varese gli aveva alquanto sollevato l’animo e la vita era tornata a sorridergli. Il suo acerrrimo nemico X, che tanti anni prima aveva mosso amici influenti per farlo mandare nei Carabinieri e soffiargli così il posto di capocorso alla Scuola Militare Alpina, era stato riammesso alla lista di posta di scuolalpina.it più per bontà dei gestori che per meriti effettivi, ma era marcato stretto dal Moderatore di Picchetto ed era diventato praticamente un parìa. Ultimamente farneticava di essere stato soggetto ad un richiamo per promozione a grado superiore, e scriveva saltuariamente qualche delirante messaggio dal Kosovo. Mandolòn, grazie ai suoi contatti nel mondo dei servizi segreti, sapeva invece che si era trasferito in pianta stabile in Albania da dove tirava le fila delle sue attività illegali. Un criminale di mezza tacca, che andava tenuto sott’occhio quando non c’era niente di meglio da fare, e comunque che se la sbrigasse l’Interpol. Il Tenente Colonnello LoStrunzo, sempre gelosissimo, continuava cocciutamente ad indagare le improbabili attività sovversive del gruppo scuolalpina.it. Negli ultimi tempi si era buttato a corpo morto nell’indagine della scomparsa del carroarmato della Ramirez. Che fosse esistito, il letale pezzo di equipaggiamento, non c’erano dubbi: gli stessi membri del gruppo scuolalpina.it lo testimoniavano apertamente. Che fosse scomparso, era altrettanto evidente: per rendersene conto bastava ispezionare la dependance della caserma “Cesare Battisti” di Aosta –già sede della famosa e oramai defunta Scuola Militare Alpina, secondo LoStrunzo fucina di ribelli secessionisti e fonte di grattacapi a non finire. In conseguenza, il povero Maresciallo Cacace era stato inviato in missione “segretissima” in val d’Aosta, dove cercava di farsi spacciare per un mercante d’armi russo. Il finto colbacco in astrakan –proveniente dal mercatino delle pulci di porta Portese come tutti i travestimenti utilizzati dal SisMax - combinato col pesante accento siciliano del povero sottufficiale non ingannavano però nessuno. Al poveretto, a cui era stato ordinato di concentrare le indagini nella ricerca delle chiavi del famoso carroarmato, era stato detto che le avrebbe potute trovare presso l’ufficiale di picchetto, se non fosse che un attimo prima questi le aveva date al sottopicchetto affinché le portasse in maggiorità e da qui al plotone comando, dove erano state appena consegnate alla fureria della CCS, alla quale era giunta precisa richiesta da parte della Seconda compagnia – e là si trovano! Disperato, il maresciallo si era alla fine recato a ritirarle nel Nido delle Aquile e... che desolazione! Letti sfatti, polvere dappertutto, odore di sudore stantio. Che l’avesse preceduto il Mossad?  Non aveva ancora capito, Cacace, che la scuola era stata chiusa per sempre...

***

Per il Sergente Maggiore Totonno il rientro da Varese era stato più drammatico. Risvegliatosi da una sbornia colossale nel treno per Belgrado in compagnia di una dozzina di viados, ne aveva dovuto subire le molestie per ore fino a che non aveva racimolato il coraggio per saltare dal treno in corsa, rientrando poi a piedi tra disavventure allucinanti. Si presentava ancora agli uffici del SisMax ma era completamente suonato, tanto che di recente si era reso responsabile di un increscioso quanto bizzarro incidente. Era bastato che, durante una riunione di routine,  un collega citasse i nomi dei principali sospettati in un’affaraccio di contrabbando di propaganda neo-nazista –tali Girurto e DelCardi- perchè Totunno si schiaffasse sull’attenti gridando come un ossesso:
- “Comandi! Allievo Ufficiale Totunno Prima Compagnia Secondo Plotone…”
e batteva il piedone, incontrollabile.  Da allora il poveretto era in licenza di convalescenza, con poche speranze di ritorno.

***

La vita sorrideva quindi al maggiore Mandolòn, che sigolàva la “trentatrè” mentre si apprestava ad accendere il computer che troneggiava sulla scrivania di capo della sezione per il Controllo delle Attività Informatiche Illegali.  Prima di cominciare le indagini della giornata, però, si concesse il piacere di indugiare in quello che era tornato ad essere il suo argomento preferito: la Scuola Militare Alpina. Accedette quindi a Google, il potente motore di ricerca che era diventato un utensile indispensabile per le sue indagini, e digitò “SCUOLALPINA”. In soli 0.28 secondi la ricerca risultò in 2751 risultati. “Ce n’è uno più di ieri! Vuoi vedere che un’altro corso AUC si è creato il sito? Vediamo vediamo…”  A Mandolòn piaceva visitare i siti internet creati dai vari corsi per allievi ufficiali di complemento che si erano succeduti nell’austera caserma di Aosta, erano una fonte di fierezza per lui che –pur per motivi indipendenti dalla sua volontà- non aveva finito il corso. E cominciò a setacciare i risultati alla ricerca del sito novello quando… il suo buonumore svanì istantaneamente.

***

Il Maggiore Mandolòn avrebbe preferito morire che partecipare alla riunione settimanale del Generale Ciabatta, suo diretto superiore. Avrebbe dovuto sconfessarsi in pubblico, forse questo gruppo scuolalpina.it era davvero pericoloso… Avrebbe dato tutto, Mandolòn, per poter cambiare i terribili risultati della sua indagine, ma il dovere gl’imponeva di rivelare la terribile realtà.
-“Signor Generale, brutte notizie dal fronte scuolalpina.it”
esordì Mandolòn con un’espressione costernata. Ciabatta strabuzzò gli occhi, LoStrunzo gongolava:
-“Lo aveva detto io! Delinquenti sono, questi Alpinastri!”
-“Silenzio LoStrunzo!”  
lo zittì Ciabatta
- “E poi perchè mai queste informazioni le devo ricevere da Mandolòn dopo che lei ha mosso mari e monti per farsi affidare l’indagine? LA SBATTO A CONTROLLARE TIR AL BRENNERO, ZIO FANALE!!!”
LoStrunzo spense il sorriso.

-“Signor Generale”
continuò Mandolòn
-“Pare che il gruppo scuolalpina.it –o una sua porzione- si sia messa nel giro del commercio illegale. Anzi: mercato nero, guardi qui”
e distribuì a tutti i presenti copie di uno screen download tratto da eBuy, il servizio internet di vendita all’asta.

“Beat your weekly limit!!! For sale – best offer: unused messages for scuolalpina.it.”

***

Era successo che poco tempo prima, in seguito ad un’anomala ondata di attività che aveva mandato in tilt la gestione della lista di posta, il gestore di scuolalpina.it avesse deciso di porre un limite al numero di messaggi che ogni partecipante poteva mandare settimanalmente. C’erano state proteste ma Capitan Della Rocca (intellettualoide da strapazzo, inventore-scrittore-pittore dilettante, genio del computer e bevitore inveterato) era stato inamovibile: tre a testa alla settimana, non ci sono santi. La maggior parte dei partecipanti si era adeguata alla nuova norma: alcuni di buon grado perchè cominciavano a stufarsi di dover leggere centinaia di messaggi al giorno, altri con un pò di malumore per la nuova pastoia burocratica. Un paio si erano addirittura dimessi per protesta, ma la cosa sembrava essere finita lì, invece… invece qualcuno aveva deciso di far commercio dei messaggi inutilizzati, acquirendoli dai listaroli più silenti e rivendendoli poi al più alto offerente.

***

ester eggFu l’ultima arrivata nel gruppo dirigente del SisMax, Capitano AnnaMaria Figòn, la prima a riaversi dallo choc.
-“Questa è una faccenda seria, risica i limiti imposti dal codice penale… anzi, adesso che ci penso: eBuy è un servizio basato negli Stati Uniti, no? allora il complotto diviene internazionale, passibile di incarcerazione da 5 a 30 anni!”
All’udire nominare gli Stati Uniti, LoStrunzo rizzò le orecchie:
-“Minchia, ma è evidente! Come avete fatto a non pensarci Mandolòn! Questo affare è gestito da quell’americano della lista, quello che si fa chiamare Max delle Rockies… per fortuna che ci sono io a farli certi collegamenti!!!!”
Invano Mandolòn cercò di convincere gli astanti che ‘sta famosa Max delle Rockies era un tipo tranquillo al limite della noia mortale, che si faceva la sua vita fuori dai piedi. Non ci fu nulla da fare: infervorato dalla possibilità di riscattarsi agli occhi del Generale, il Tenente Colonnello LoStrunzo diede fondo a tutta la sua retorica partenopea e convinse tutti “come minimo ad esaminare le prove che questo farabutto sicuramente nasconde”.
-“Mi lasci fare una telefonata all’FBI, generale!”
Implorò LoStrunzo.
-“Negativo”
ribattè Ciabatta,
“Le ho già spiegato che gli Americani non ci vogliono più niente a che fare con gli alpini, dopo le batoste che si sono presi…”
Implacabile, LoStrunzo continuò a spingere le sue vedute.
-“L’affare lo ha sicuramente combinato l’americano del gruppo, dobbiamo mandare qualcuno ad indagare!”
Fu così che l’ufficiale con meno anzianità fu scelto per una missione top-secret negli Stati Uniti.

***

Il capitano Annamaria Figòn, durante l’ultimo briefing nell’ufficio del Maggiore Mandolòn, aveva appena terminato di esprimere le proprie perplessità sull’utilità della missione cui era stata comandata dal Generale Ciabatta in persona.
-“Non ci vedo chiaro…”
aveva detto la prosperosa bionda
- “…non c’è movente… perchè mai ‘sto poveraccio dovrebbe impantanarsi in questo tipo di affari…?”
-“Non cerchi di capire”
aveva risposto Mandolòn, guardandola nel profondo degli occhi verdi.
- “Esegua l’ordine, e torni a riferire. Buona fortuna, Capitano.”
Concluse l’aitante ex-alpino congedandola.
-“E… Capitano…”
La bella ufficiale, già sull’uscio, si girò per guardare in faccia il suo superiore
-“Veda di spegnere quegli abbaglianti, zio cannellone!”
Ancora una volta, la vicinanza col giovane Ufficiale superiore l’aveva fatta inturgidire, e l’impronta dei capezzoli irrigiditi le coronava il davanti della severa divisa… arrossì, battè i tacchi ed uscì dall’ufficio. Direzione: Fiumicino.

***

-“Come cacchio ho fatto a farmi incastrare in questa stronzata?”
Si chiedeva furioso l’unico membro della lista di posta scuolalpina.it residente nel continente nord-americano. I locali lap-dance, meta favorita del gruppo di pompieri volontari di cui faceva parte, mettevano a disagio la Max delle Rockies, oramai abituato alla vita tranquilla del marito premuroso e del padre affettuoso. Aveva accettato di partecipare alla serata senza mogli pensando che si trattasse di una sana bevuta e di qualche partitella a biliardo, invece lo avevano trascinato in ‘sto localaccio di mezza tacca dove poveracce dale forme poco conturbanti si spogliavano di malavoglia davanti ad un pubblico rauco ed ubriaco. Ad un tratto, la sua attenzione venne attratta dalla spogliarellista che veniva di salire sul palco. Alta e slanciata, dai lunghi capelli biondi e dai conturbanti occhi verdi, si muoveva sui tacchi a spillo con grazia felina.
-“Ostia, che bella gnocca!”
Si lasciò scappare l’alpino emigrato che regrediva sempre al natìo dialetto Veneto quando si trattava di Bernarda. Come se fosse stata chiamata per nome, la pantera bionda lo guardò dritto negli occhi e cominciò a cantare con voce roca un vecchio motivo:
-“Currurucuccù… Palomaaaaaa”
Il pubblico andò in visibilio mentre lei, senza mai smettere di mugolare, con lentezza esasperante si disfava dei pochi capi d’abbigliamento, fino ad esibire lunghe cosce tornite che avrebbero frantumato un cranio come un guscio di noce, caviglie sottili, ventre piatto, spalle muscolose, natiche sode, e magistrali seni turgidi coronati da capezzoli che sembravano chicchi di caffè. Solo il pube depilato era stato lasciato all’immaginazione, nascosto da un minuscolo perizoma di pizzo che conteneva meno fibra di un cottonfioc. Frastornato, la Max delle Rockies ingollò una generosa boccata di Gin&Tonic ed accese un’altra paglia, mentre si sforzava di riconquistare la calma interiore. Ci era quasi riuscito quando il Capitano Figòn –poichè di lei si trattava, in missione specialissima- terminato lo spogliarello tra gli applausi entusiasti del pubblico, con fare noncurante gli si avvicinò per chiedergli da accendere. Così, nuda com’era.
-“I really enjoyed your performance”
Disse lui, cercando di darsi un contegno.
-“Your song reminded me of Italy…”
-“Sei Italiano anche tu?”
Rispose lei, per nulla turbata dagli sguardi libidinosi degli altri avventori,
- “Allora meriti un trattamento particolare!”
E cominciò a strofinarglisi contro in una lap-dance che metteva a dura prova le coronarie degli astanti.
-“…Ho finito I soldi…”
fu la povera scusa che MdR balbettò mentre cercava di divincolarsi, facendoci una figura meschina. Fortuna che nessuno capiva l’Italiano…
-“Fa niente”
Rispose lei, lasciandogli inalare il profumo di Chanel che emanava dal solco profondo che le guarniva il davanti.
-“Non sono mica una mercenaria, io…”
E lo guardava fisso negli occhi, le labbra turgide vicinissime ai suoi mustacchi imperlati di sudore.
-“Magari per ringraziarmi puoi regalarmi un paio di messaggi settimanali…”

La reazione fu così repentina che nessuno, tra gli astanti, seppe ricostruire gli avvenimenti. La Max  delle Rockies si alzò deciso.
-“QUESTO MAI!”
si divincolò dall’opprimente abbraccio -il che lo costrinse suo malgrado a strizzare con prepotenza uno di quei seni perfetti- ed uscì dal locale rovesciando un tavolo e spaventando le checche che ingollavano cocktails al bar.

***

Nel suo ufficio romano, il Maggiore Mandolòn si arrovellava. Il resoconto che aveva appena ricevuto dal Capitano Figòn non lasciava dubbi, l’americano non era la fonte del commercio illegale di messaggi. Ma chi, allora, chi poteva essere tanto subdolo da rischiare di infangare la veneranda Scuola Militare Alpina? Sconfortato ed a corto di idee, all’Ufficiale superiore non rimaneva che chiedere aiuto all’esperto mondiale di informatica che –guardacaso- faceva anche lui parte della lista di posta di scuolalpina.it. Con un sospiro, sollevò la cornetta:
-“Pronto, Della Rocca…”
Incapace di deambulare a causa della massiccia coltre adiposa, Della Rocca passava le giornate cazzeggiando col computer, sempre preso da occupazioni serie e facete nel rapporto uno-a-mille. Un sorriso gioviale gli percorse il viso al sentire la voce dell’amico relegato nei Caramba, ma poi il tono serio dell’interlocutore gli fece aggrottare le grasse sopracciglia.
-“Non c’è problema, ci penso io”
Rispose il rotondo Alpino dopo aver ascoltato attentamente, e riattaccò. E le dita cicciotte, tanto somiglianti alle lugàneghe servite in mensa truppa, cominciarono a volare leggere sulla tastiera…

***

Alla riunione settimanale del Generale Ciabatta, l’atmosfera era tesa. Il Capitano Figòn, col bel viso schermato da un grande paio di occhiali scuri che più degli ematomi sembravano voler nascondere un orgoglio ferito, riferì brevemente (senza dovizia di particolari) della sua disastrosa missione americana. La Max delle Rockies era scagionata senza ombra di dubbio dall’accusa infamante di contrabbando di messaggi, lasciando Ciabatta furioso e LoStrunzo imbarazzato. Stranamente silenzioso, Mandolòn sorrideva enignmatico… poi passò all’azione.
Quando il silenzio divenne così pesante da fare quasi male, senza pofferire verbo Mandolòn lasciò scivolare sul tavolo il documento che aveva fino ad allora mantenuto faccia all’ingiù per proteggerlo da sguardi indiscreti. Il caso volle che il foglio si arrestasse proprio davanti al Tenente Colonnello LoStrunzo, che strabuzzò gli occhi mentre Ciabatta, per vedere meglio, appoggiava pesantemente i gomiti sugli unti capelli imbrallintinati del suo sottoposto.

E-Buy. Offer # 1583602.“Beat your weekly limit!!! For sale – best offer: unused messages for scuolalpina.it.” Origin: Server AZ754RTL – Location: Tirana.

-“Ce n’è uno solo che risiede a Tirana: X. Aspettiamo che finsca il “richiamo” e poi…caso risolto!”
dichiarò secco Mandolòn. Si congedò battendo i tacchi ed uscì dalla stanza, inseguito dagli sguardi esterefatti, furiosi ed ammirati di Ciabatta, LoStrunzo e Figòn rispettivamente.

 

Massimiliano della Roccia , 120° AUC - Nato a Vicenza nel 1960; ingegnere, sposato con due figli, vive dal '92 negli Stati Uniti, dove lavora nel settore automobilistico; è volontario presso i vigili del fuoco della sua città (Orion Township Fire Department). Il servizio di prima nomina è stato assolto presso la Centoquarantacinquesima compagnia del battaglione Trento.

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