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L'Impronta: parlare per fare

Questo sito è organizzato e gestito da ex allievi ufficiali di complemento della Scuola Militare Alpina. È aperto a tutti coloro che in nome dell’ “essere Alpini” vogliono incontrarsi, scambiare idee ed opinioni, non solo per il piacere di “stare insieme”, ma anche con l’obiettivo d’intraprendere concrete iniziative di solidarietà alpina. Referente privilegiato del comitato promotore, il Comitato di Redazione, è la Fondazione Don Carlo Gnocchi - ONLUS. Partner storico la Vibram S.p.A. Strumento elettivo la letteratura, e marcatamente la letteratura che tratta di Alpini. Il Comitato è comunque disposto a valutare ed eventualmente ad appoggiare altre inziative benefiche, delle quali i singoli promotori si assumono in ogni caso la responsabilità.

 

Presentazione della Collana "IPDV - L'impronta degli Alpini"

Alpini e letteratura? Al giorno d’oggi?

E perché no? L’importante è non perdere mai di vista quei riferimenti - culturali, morali, intellettuali - che gli Alpini non solo si tengono cari da sempre, ma - in un passato non troppo lontano - hanno addirittura contribuito a creare. Importante è anche mantenere l’umiltà, quell’umiltà che la montagna insegna a chi ama percorrerla, laddove costringe a marciare tutti uniti, solidali, con lo stesso carico sulla schiena a prescindere dal grado e dall’anzianità.

Basandosi su tali presupposti, qualche anno fa un gruppo di ufficiali di complemento degli Alpini, transitati in passato (quando esisteva ancora le leva obbligatoria) per la Scuola Militare Alpina di Aosta, decise di dedicarsi ad un’opera meritoria. Si stabilì di creare un’antologia di racconti e immagini, il cui ricavato sarebbe andato ad un Ente benefico: a tutti sembrò lo strumento ideale per riaffermare la validità dell’esperienza trascorsa, e per dimostrare che quello “spirito alpino”, nonostante il trascorrere degli anni, era sempre vivo e vitale.

Progetto ambizioso, sicuramente: si partiva praticamente dal nulla, forti solo delle proprie convinzioni e del proprio entusiasmo. Tanti furono coloro che, sfruttando “smalp.it”, il sito internet creato nel 1995 da Marco Di Pietro, iniziarono a produrre materiale narrativo e iconografico (o, per dirla da Alpini, mandarono racconti e fotografie). Un ristretto gruppo di “volontari” si occupò di assemblare e organizzare il materiale, di contattare Enti, finanziatori e case editrici, di reperire qualche “penna” prestigiosa (in entrambi i sensi, penna d’alpino e penna di scrittore; valgano per tutti gli esempi di Mario Rigoni Stern e di Bruno Pizzul) e di impostare una linea editoriale, filosofica e ideologica.

In questo frangente (ma anche nelle fasi successive, e ancora adesso) costante punto di riferimento e fonte d’ispirazione è stata sicuramente l’Associazione Nazionale Alpini, che ha aiutato, tramite i suoi presidenti nazionali (prima Beppe Parazzini e adesso Corrado Perona), ma anche attraverso il mensile “L’Alpino” la neonata redazione, fin dai suoi primi passi. Altro “compagno di viaggio” essenziale è stato ed è la Vibram S.p.A., la società italiana famosa fra gli Alpini ed in tutto il mondo per le sue suole antiscivolo. E una grossa mano, non solo sul piano operativo, ma anche su quello umano - per noi tanto importante - è arrivata dall’editore Arterigere, id est Carlo Scardeoni e Mario Chiarotto.

Tutti, tutti coloro - persone ed Enti - che si sono trovati coinvolti nell’iniziativa, hanno dato il meglio di sé. E il successo, puntualmente, è arrivato: In punta di Vibram (questo il titolo scelto per l’antologia) ha “bruciato” in pochi mesi la prima edizione di 4.000 copie, suscitando consensi unanimi e raggiungendo l’invidiabile traguardo di comparire fra i 100 libri più venduti in Italia. Qualcuno ha intravisto dietro questo successo la mano di don Carlo Gnocchi, il cappellano degli Alpini che al rientro dalla Campagna di Russia si dedicò alla creazione di un’opera di carità, che col trascorrere degli anni è arrivata a contare in tutta Italia 24 centri per la riabilitazione e l’assistenza ai disabili: è la “Fondazione Don Carlo Gnocchi - ONLUS”, l’Ente individuato quale beneficiario dei proventi.

La tentazione di continuare su questa strada così felicemente tracciata era troppo forte, per pensare di resistervi; nonostante, a differenza di quanto accaduto con la prima esperienza, fossimo tutti ben consci di cosa ci aspettasse. È nata così la decisione di trasformare In punta di Vibram da singolo episodio in collana editoriale (adesso intitolata “L’Impronta degli Alpini”), della quale il romanzo La Cinque, insieme al racconto Quando spiavo gli Alpini, scritti da Filippo Rissotto, coordinatore letterario di questa collana, costituisce il secondo... passo. Varrà la pena di ricordare che queste due prime opere hanno vinto il Premio Letterario “Alpini sempre”, rispettivamente nel 2005 e nel 2007.

Ma il CdR, come si suol dire, non ha di certo dormito sugli allori: al momento attuale (novembre 2007) la collana, oltre ai due già citati, vanta infatti altri quattro libri. Don Carlo Gnocchi, alpino cappellano è stato pubblicato nel 2006: monografia di Gaetano Paolo Agnini, ufficiale degli Alpini e fondatore di Mine Action Italy (organizzazione ONLUS riconosciuta dall’ONU), è incentrata sulla figura del grande cappellano reduce della Campagna di Russia e fondatore dell’omonima Fondazione.

Sempre nel 2006 la collana riedita il saggio Franco Magnani, un soldato tra due epoche, scritto da Giuseppe Barba: “una delle figure leggendarie nella storia degli Alpini e dell’Italia”, come rileva Peppino Prisco nella Prefazione. Ma anche un caso giudiziario, risollevato dal professor Barba, ed uno strumento prezioso per meglio inquadrare il clima ideologico e politico dell’ultimo dopoguerra italiano.

Nel 2007 esce Yol. Prigioniero in Himalaya, scritto da Mainardo Benardelli (già Ufficiale degli Alpini, attualmente diplomatico di carriera). In questo libro si narrano le vicende del papà di Mainardo, internato, con tantissimi altri Italiani, a Yol, in India, durante la Seconda Guerra Mondiale. In particolare si narrano le sue “spedizioni” (effettuate da “prigioniero libero sulla parola” grazie allo spirito cavalleresco degli Inglesi) sui contrafforti dell’Himalaya. Da notare che, così come in “Franco Magnani” la pubblicazione era impreziosita da una narrazione di Bedeschi, anche in questo caso il CdR ha voluto “aggiungere” un contributo: un articolo del grande alpinista Simone Moro, che illustra le differenze - e le relative problematiche - tra l’alpinismo moderno e quello “ruggente” di un gruppo di prigionieri senza attrezzatura, risorse, allenamento. La prefazione al volume è di Mario Rigoni Stern.

Ultima fatica del CdR il libro “Il Segno degli Alpini”, che sarà presentato il prossimo dicembre a Milano e a Cividale: si tratta dei risultati (più di quattrocento disegni) di un concorso (“Disegna gli alpini”) indetto nel 2006 fra gli alunni e gli studenti di un gruppo di scuole primarie e secondarie del Friuli e dell’Emilia. Alcuni di questi disegno sono accompagnati dalle poesie di Roberto Piumini, il grande poeta cantore dell’infanzia (autore, fra le altre, della trasmissione televisiva “Albero Azzurro).

Paolo Zanzi
Filippo Rissotto
Cipriano Bortolato
Carlo Fanti