Gli scarponi di Oswald
Le “calzature da montagna per Truppe Alpine” (familiarmente “i Vibram”), sono state per tutti gli Alpini compagne inseparabili, utilizzate nelle situazioni più disparate. Con i Vibram si marciava in ordine chiuso, magari dalla Cesare Battisti fino a piazza Chanoux per deporre una corona ai Caduti, si scarpinava fino a Pila o a Punta Chaligne, ci si arrampicava in palestra di roccia e ghiaccio, si montava di guardia e di picchetto. Ci si dormiva, pure… D’inverno, sotto i Vibram (magari corredati dalle storiche uose valdostane, le antenate delle moderne ghette hi-tech) venivano calzate le racchette da neve e addirittura gli sci, fissati con i rudimentali attacchi flessibili “kandahar”, che andavano bene sia per la discesa, sia per il fondo, sia per lo sci alpinismo con pelli di foca. Parafrasando una vecchia canzone, con un paio di Vibram nuovi si poteva fare il giro del mondo. Intere generazioni di Alpini si sono però poste una domanda esistenziale, alla quale
nessuno ha mai saputo dare una risposta convincente: perché i Vibram venivano
forniti di colore marrone, quando il regolamento prescriveva che fossero neri? Nel suo splendido libro La Cinque, Filippo Rissotto dedica alcune intense righe agli
sforzi compiuti dagli AUC del 121° per cambiare colore ai loro Vibram, e risponde
alla fatidica domanda in modo assai pragmatico: “…era così e basta!”. Al rito della consegna dei Vibram il sottufficiale addetto al vestiario fu assai sbrigativo: stringendo una scatoletta metallica per mano, e sollevandone una alla volta perché tutti potessero vederle, sbraitò: «Allora, questo è il grasso, che non vi venga in mente di usarlo! Non aprite questa scatoletta, riponetela nell’armadietto e lasciatela lì. Questo invece è il lucido: appena rientrati in camerata datevi da fare: olio di gomito! I Vibram devono splendere, altrimenti alla prima ispezione finite in tabella». Quasi nessuno si pose problemi di colore o altro, e tutti eseguirono pedissequamente
gli ordini. Tutti, tranne l’allievo ufficiale Oswald. Rientrando in camerata col suo carico di Vibram, grasso e lucido, fu sentito
borbottare «… braune Bergschuhe… schwarze Poliercreme… nicht gut…», e s’intuì che aveva qualche problema con gli scarponi. «Cosa c’è, Oswald? Qualcosa non va?» Venne finalmente il giorno della prima libera uscita e Oswald, con grande sollievo,
ne approfittò per attrezzarsi di tutto punto con lucido (marrone, naturalmente),
spazzole ed accessori vari. Prima del “silenzio” i suoi Vibram erano tanto lucidi da
specchiarvisi. Peccato che il colore fosse quello sbagliato. Nonostante la sgradita sorpresa, si comportò da vero signore: allargò le braccia, scosse la testa e, senza alzare la voce, commentò: «Oh, Scheisse!!!». Rientrò in
camerata senza perdere la calma e, facendo violenza alle proprie convinzioni, afferrò la scatola di lucido nero e si mise al lavoro.
Mario Grigioni - Ha frequentato il 48° corso AUC nel 1967. Dopo il periodo da sergente
presso il battaglione Pieve di Cadore, ha prestato servizio di prima nomina
alla Smalp, come comandante di plotone alla Prima compagnia AUC ed istruttore
di trasmissioni.
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