Le
due scuole di roccia: quella vicentina e la Smalp Da
"Alpin fa grado" n.4, ottobre 2004- Notiziario della sezione ANA di
Vicenza pag.5 In
altra pagina del nostro numero è stato presentato un nuovo libro, che uscirà
in ottobre, dal titolo "IN PUNTA DI VIBRAM". Il ricavato andrà
totalmente a favore della Fondazione Don Gnocchi di Parma, per finanziare un apposito
progetto "Sistema di informazione interattiva" a beneficio degli ospiti
e degli utenti del Centro di Parma della Fondazione quale supporto terapeutico
dei disabili e delle persone sottoposte, o in attesa, di particolare terapia.
La
parola VIBRAM è stata scelta, nel titolo del libro, per un preciso riferimento
alle sule Vibram, create nell'immediato dopoguerra per gli scarponi degli alpinisti
e quindi anche per gli ali alpini ed, ancor oggi, di uso comune.
Il
libro infatti parla di montagne ed alpinisti, di rocciatori e di alpini, nel contesto
della Scuola Militare Alpina di Aosta, dal dopoguerra ai giorni nostri, fucina
per circa ottant'anni degli ufficiali e sottufficiali di complemento, e scuola
per ufficiali di tante nazini estere. La
pubblicazione di questo libro mi suggerisce l'idea di "rinverdire" (in
succinto) alcuni particolari storici, curiosi da una parte ma interessanti dall'altra,
che riguardano la Scuola Militare di Alpinismo di Aosta.
Si
può affermare senza tema di smentita come la Scuola sia nata da un "seme"
proveniente proprio da Vicenza, come ricorda in un suo scritto l'alpino rag. Goliardo
dal Corno che, all'epoca, era anche segretario della sezione vicentina del CAI. A
Vicenza, nell'immediato dopoguerra 1915-18, era sorta la Scuola Italiana di Roccia
(quella vicentina) ideata e organizzata dall'alpino Francesco Meneghello, il dinamico
"KEKO", eroico Capitano del Btg. "Vicenza" nel secondo conflitto
mondiale.
Sono notizie un po' inedite, ma mi sembra
giusto, ed utile specialmente per i più giovani, che certe cose non finiscano
proprio nel dimenticatoio. La
scuola era sorta per iniziativa del Meneghello, affiancato dagli accademici ing.
Luigi Malvezzi (quello della mina al castelletto delle Tofane), dal dottor Antonio
Berti (autore di numerose e pregiate "Guide" alpine), dal prof. Lorenzo
Pezzotti (primario ospedaliero), dall'avv. Severino Casara, e da rocciatori (diventati
poi di fama nazionale) come Andrea Colbertaldo, Gastone Gleria, e Battista Casetta,
Gino Soldà, Silvano FIncato, Umberto Conforto ed altri.
La
scuola aveva trovato sede in una cabina elettrica della 1^ guerra mondiale (denominata
la "Sengiàra") immediatamente sotto al Pian delle Fugazze, all'imbocco
della Val Canale, dove ora sorge il Rifugio "Balasso", nel panorama
delle nostre montagne di casa, nell'alto bacino di Recoaro, che il Meneghello
chiamò "PICCOLE DOLOMITI", nome prestigioso e propagandistico
che diventò presto ufficiale e che le fece conoscere da tutti gli alpinisti
del mondo.
Numerosi
furono gli iscritti a questa Scuola di Roccia e da questo vivaio uscirono i migliori
alpinisti di fama nazionale.
Ha scritto ancora il rag. Dal
Corno: "Nella primavera del 1926 venne inaugurato nella caserma del 6°
Alpini a Belluno un monumento all'Alpino. Meneghello e Casara saputo che alla
cerimonia sarebbe intervenuto il generale Zoppi, comandante generale delle truppe
alpine, si portarono là ed ebbero l'ardire, loro giovani, di presentare
al generale il loro progetto". Egli
li accolse benevolmente. Gli piacque il progetto e diede poi disposizione che
nella successiva estate alcuni ufficiali alpini si portassero nelle Alpi di Sesto
(Pusteria) ad incontrarsi con alcuni dei più provetti rocciatori vicentini
per svolgere una intensa attività su roccia".
Dopo
questo esperimento fu creato in ogni battaglione alpino un reparto di rocciatori.
Successivamente per meglio coordinare l'attività e completarla con l'istruzione
di altre materie oltre quella militare, fu creata la Scuola Militare di Alpinismo
di Aosta.
Come si vede il seme sbocciato ad Aosta, con la costituzione
di quella Scuola, è stato seminato a Vicenza. S.
Adrogna
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