Le
due scuole di roccia: In altra pagina del nostro numero è stato presentato un nuovo libro, che uscirà in ottobre, dal titolo "IN PUNTA DI VIBRAM". Il ricavato andrà totalmente a favore della Fondazione Don Gnocchi di Parma, per finanziare un apposito progetto "Sistema di informazione interattiva" a beneficio degli ospiti e degli utenti del Centro di Parma della Fondazione quale supporto terapeutico dei disabili e delle persone sottoposte, o in attesa, di particolare terapia. La parola VIBRAM è stata scelta, nel titolo del libro, per un preciso riferimento alle sule Vibram, create nell'immediato dopoguerra per gli scarponi degli alpinisti e quindi anche per gli ali alpini ed, ancor oggi, di uso comune. Il libro infatti parla di montagne ed alpinisti, di rocciatori e di alpini, nel contesto della Scuola Militare Alpina di Aosta, dal dopoguerra ai giorni nostri, fucina per circa ottant'anni degli ufficiali e sottufficiali di complemento, e scuola per ufficiali di tante nazini estere. La pubblicazione di questo libro mi suggerisce l'idea di "rinverdire" (in succinto) alcuni particolari storici, curiosi da una parte ma interessanti dall'altra, che riguardano la Scuola Militare di Alpinismo di Aosta. Si può affermare senza tema di smentita come la Scuola sia nata da un "seme" proveniente proprio da Vicenza, come ricorda in un suo scritto l'alpino rag. Goliardo dal Corno che, all'epoca, era anche segretario della sezione vicentina del CAI. A Vicenza, nell'immediato dopoguerra 1915-18, era sorta la Scuola Italiana di Roccia (quella vicentina) ideata e organizzata dall'alpino Francesco Meneghello, il dinamico "KEKO", eroico Capitano del Btg. "Vicenza" nel secondo conflitto mondiale. Sono notizie un po' inedite, ma mi sembra giusto, ed utile specialmente per i più giovani, che certe cose non finiscano proprio nel dimenticatoio. La scuola era sorta per iniziativa del Meneghello, affiancato dagli accademici ing. Luigi Malvezzi (quello della mina al castelletto delle Tofane), dal dottor Antonio Berti (autore di numerose e pregiate "Guide" alpine), dal prof. Lorenzo Pezzotti (primario ospedaliero), dall'avv. Severino Casara, e da rocciatori (diventati poi di fama nazionale) come Andrea Colbertaldo, Gastone Gleria, e Battista Casetta, Gino Soldà, Silvano FIncato, Umberto Conforto ed altri. La scuola aveva trovato sede in una cabina elettrica della 1^ guerra mondiale (denominata la "Sengiàra") immediatamente sotto al Pian delle Fugazze, all'imbocco della Val Canale, dove ora sorge il Rifugio "Balasso", nel panorama delle nostre montagne di casa, nell'alto bacino di Recoaro, che il Meneghello chiamò "PICCOLE DOLOMITI", nome prestigioso e propagandistico che diventò presto ufficiale e che le fece conoscere da tutti gli alpinisti del mondo. Numerosi furono gli iscritti a questa Scuola di Roccia e da questo vivaio uscirono i migliori alpinisti di fama nazionale. Ha scritto ancora il rag. Dal Corno: "Nella primavera del 1926 venne inaugurato nella caserma del 6° Alpini a Belluno un monumento all'Alpino. Meneghello e Casara saputo che alla cerimonia sarebbe intervenuto il generale Zoppi, comandante generale delle truppe alpine, si portarono là ed ebbero l'ardire, loro giovani, di presentare al generale il loro progetto". Egli li accolse benevolmente. Gli piacque il progetto e diede poi disposizione che nella successiva estate alcuni ufficiali alpini si portassero nelle Alpi di Sesto (Pusteria) ad incontrarsi con alcuni dei più provetti rocciatori vicentini per svolgere una intensa attività su roccia". Dopo questo esperimento fu creato in ogni battaglione alpino un reparto di rocciatori. Successivamente per meglio coordinare l'attività e completarla con l'istruzione di altre materie oltre quella militare, fu creata la Scuola Militare di Alpinismo di Aosta. Come si vede il seme sbocciato ad Aosta, con la costituzione di quella Scuola, è stato seminato a Vicenza. S. Adrogna Torna all'indice
della rassegna stampa |