Ad
un amico lasciato sul Don Non
ti ritrovai oltre il fiume di ghiaccio e di morte quella notte di luna senza
voce di vento ma con il parlare sommesso tra gli aridi cespugli, ad attendere
ombre per un cammino di speranza. Non ti vidi sulle piste segnate da croci, nel
furore d'armi e di grida dove tempo non v'era per la pietà e il dolore. Di
questi lontani giorni perduta è in altri ogni memoria e sepolte sono
le remote ansie. Ma in questo mutare di cieli io ascolto il buio con stelle
d'inverno a segnare le notti e nei sogni dell'alba, in questi risvegli di sole, dopo
lunghi silenzi ora ti ritrovo nel nostro verde vivere con l' azzurro di
giovani vite a salutare il giorno. Non più mani di gelo, volti scavati
di fame, ed occhi perduti nel vuoto. Non più scarponi di ghiaccio
a trascinare per strade di neve il grande desiderio di morte con l'acuto
ricordo di vite amiche perdute a rattristare il cuore. Ma sotto queste foglie
d'autunno che coprono nella scavata terra profumo di nuova erba e di fiori, sempre
viva è la memoria di Voi che abitate le notti.
Nelson
Cenci da Il passato che torna (raccolta di racconti e poesie, Editrice
LA PRORA - Milano 2001) Torna all'indice
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