... i progetti futuri In Punta di Vibram

 

MINE ACTION ITALY IN SIERRA LEONE PER REGALARE UN FUTURO A DONNE E BAMBINI

 

Centodiciannove i milioni di mine disseminati in settanta Paesi nel mondo, per lo più nelle aree sottosviluppate, di cui dieci milioni solo in Afghanistan. Circa centodieci i milioni che giacciono ancora nei depositi e negli arsenali in attesa di essere collocate. Ogni venti minuti un’esplosione uccide o ferisce una persona, nel novanta per cento dei casi è un civile, uno su cinque è un bambino. Una mina resta attiva per oltre cinquant’anni.

Da questi numeri spaventosi perché purtroppo reali, casomai difettosi al ribasso, nasce l’impegno e il lavoro di padre Marcello Storgato, missionario saveriano, che riunisce intorno a sé, dalla fine degli anni ’90, un primo gruppo di persone con le quali da avvio al progetto dell’associazione Mine Action Italy Onlus. L’associazione inizia la sua attività prima come movimento, poi collaborando ad alcune fasi della Campagna per la messa al bando delle mine terrestri (ICBL – International Campaign to Band Landmines) che nel 1997 otterrà il premio Nobel per la Pace.

Tra gli obiettivi primari di Mine Action Italy c’è fin dall’inizio quello di trovare soluzioni efficaci e poco costose per la bonifica delle aree minate, attraverso lo sviluppo di ricerche di sistemi di rilevamento sempre nuovi, e più sensibili, di ordigni inesplosi. Importantissima è anche la spinta verso la riconversione industriale e lo studio di attività economiche in alternativa alla produzione armiera. Ma una delle attività che in questo periodo sta occupando con più preponderanza le energie dell’associazione bresciana è l’assistenza e la riabilitazione delle vittime, anche se non solamente i feriti delle mine antiuomo.

L’associazione, infatti, collabora con la Fondazione don Carlo Gnocchi di Milano e il Gruppo Chirurghi volontari del GICAM dell’Ospedale S. Gerardo Nuovo di Monza per la realizzazione di un ospedale dei bambini in Sierra Leone, nella zona di Masaka (Makeni, ad est della capitale Freetown). Da un’indagine svolta dalla stessa Mine Action Italy risulta che la mortalità infantile in Sierra Leone è molto alta: per i bambini da zero a sei anni si registrano sei decessi ogni dieci bambini nati. Inoltre fra le vittime della guerra civile che per anni ha insanguinato il paese, molti sono bambini. Per non parlare della piaga sempre aperta nel grande continente nero dei bambini soldato, chiamati ad essere loro malgrado protagonisti e vittime di guerre che non capiscono, che non hanno voluto, ma che per sempre segnerà nel fisico e nello spirito la loro difficile esistenza.

Il progetto di un ospedale nella regione di Makeni nasce dalla speranza di poter ridare a queste piccole creature almeno la completa o parziale padronanza del proprio corpo mutilato. La struttura è già esistente ma è in stato di abbandono, perciò dovrà essere completamente riedificata e adattata all’uso ospedaliero. Si prevede nella prima fase del progetto un intervento per l’utilizzo immediato di una struttura ambulatoriale presso la quale saranno eseguite le vaccinazioni di bambini e future madri, e la profilassi preventiva sui bambini. Mine Action Italy è incaricata di sviluppare il progetto edilizio ed organizzativo in modo da rendere operativa la struttura il prima possibile, che però non sarà ultimata prima del 2006. Il futuro ospedale, che verrà dedicato a don Carlo Gnocchi nel cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, sarà specializzato soprattutto in chirurgia ortopedica, proprio a causa dell’elevata percentuale di bambini mutilati, dalle mine o dalla guerra civile, agli arti superiori e inferiori. La struttura potrà anche avvalersi della preziosa collaborazione del “chirurgo della mano” prof. Marco Lanzetta che capeggerà il gruppo Chirurghi volontari. È la stessa organizzazione di medici a pubblicare l’anno scorso questa nota: “Quando aveva 12 anni Kamilou, bambino della Sierra Leone, ebbe le mani mutilate dai guerriglieri antigovernativi durante una della più crudeli guerre civili del continente africano. Come a lui stessa sorte toccò ad oltre migliaia di altri bambini di questo piccolo paese africano che ora sta cercando di costruirsi un futuro. Kamilou ora è un giovane adulto al quale verranno ricostruiti gli arti al fine di permettere nuovamente l’uso delle mani. Specialisti microchirurghi dell’associazione GICAM eseguiranno centinaia di interventi chirurgici di ricostruzione su pazienti mutilati della Sierra Leone.”

Sempre in questo paese africano messo in ginocchio dalle malattie e dalla guerra, Mine Action Italy ha in cantiere un altro importante progetto, questa volta dedicato alle donne. Molte delle donne sopravvissute alle violenze e agli stupri sono costrette ad abbandonare la famiglia e la comunità d’appartenenza, e si trovano nella necessità di sviluppare un’attività in modo da potersi mantenere e dare in qualche modo sostentamento ai figli. Mine Action insieme con la Fondazione don Gnocchi si propone di facilitare la ripresa di un’attività artigianale femminile attraverso la creazione di una cooperativa sociale integrata che si rivolge in particolare alle donne che hanno subito violenza e mutilazione. L’intervento prevede la ristrutturazione di locali e l’inizio di un processo formativo con la conseguente costituzione di una cooperativa sociale integrata che opererà con un laboratorio di taglio e cucito. Il progetto è rivolto per ora a venti donne, disabili e non, alle quali verrà offerta l’opportunità di diventare socie della cooperativa o di impostare un’attività in proprio. Alle donne che sceglieranno l’attività in proprio verrà offerta la strumentazione necessaria attraverso un intervento di microcredito, che dovrà essere restituito nel corso di due anni di attività e che verrà subito reinvestito in modo da permettere ad altre donne di avviare attività in proprio.

Per avere maggiori informazioni circa le attività dell’associazione è possibile visitare il sito www.mineaction.it, oppure contattare la sede di via Piamarta al numero 030-2807107.

 

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