In Morte del Nonnismo
atto unico di Gollim Seriosus
Amici, compagni, camerati!
Io non sono venuto qui per difendere il nonnismo. Il nonnismo è morto, è stato riconosciuto criminale, criminoso e criminogeno, ed è stato immolato per il bene della Patria e dei suoi Figli.
E infatti, oh, quanti caduti in suo nome!
Naja...
Ma già vedo i più curiosi di voi farsi avanti, e levar voci sommesse, interrogandosi sui reali contenuti, sulle modalità effettive e su ciò che veramente accadde, là, ad Augusta Praetoria.
Orbene.
Tu, miles ignaro, rimembri ancor il giorno in cui varcasti la soglia di quel castro grigio e triste, con il fagotto in mano, onusto di oggetti che mai più vedesti, se non al momento del congedo? Ricordi lo spirto affranto e gli affetti persi? Rammenti i cani che abbaiavano i dest-riga?
Eri lì, figlio dunque, pronto a tutto, ma non alla vita. E già vedevi i nonni danzare abilmente, i ghigni feroci, provati, accartocciati dal sole, dal gelo e la fatica. Loro erano là, lontani e vicini, irraggiungibili ma simili, a svelarti il futuro quale cartomante saggia e infame.
Non sapevi nulla, ma loro c’erano, davanti a te, a ricordarti che era possibile, ch’era già stato fatto, che si poteva andare innanzi, un altro passo, un altro passo.
«Ma perché tanta protervia?» chiedevi, sotto il giogo delle flessioni, «ma perché non siete fratelli, nel momento più difficile, maledetti?»
Naja...
Perché la naja, perché soffrire, chiedete voi.
Certo. Perché le guerre, allora, rispondo.
Tu, villano rincivilito, sai che nel borgo devi stare attento, a non rivolgerti ai bottegai ed ai signori come sei solito fare con le tue bestie, con i tuoi figli. Tu, prete, ben sai che nel talamo la puttana non accetta latinorum. Tu, puer discipulus, oseresti mai sfidare le vergate, parlando al tuo magister come ti rivolgi ai compagni di giochi?
Egli è un linguaggio, che diventa codice, che diventa comportamento, che fornisce strumenti, che aiuta a vivere.
Tu hai perso un figlio: è morto, l’hanno ucciso, giocavano ai nonni, gli assassini. Ma dirsi nonno ha mai giustificato un assassino? Ma uccidere un nipote fu mai atto di un nonno?
Tuo figlio è morto, si è suicidato: lo trattavano male, giocavano ai nonni. Forse le maestranze sarebbero state più tenere, spartendo i sesterzi?
Notizie, notizie! Voi volete sapere, tuttavia.
E allora vi dirò.
Vi dirò che quel giorno, grigio di nubi cariche di fosche promesse, imparai. Imparai che l’uva passa è leggera, sta in tutti gli zaini, ma dà tante calorie. Imparai che le pattine danno la cera, in assenza di strumenti alessandrini, ma che salvano le spalle, indossate sotto l’armatura. Imparai la dignità, pompando insieme ad Ugo, e soprattutto non contai, per accelerare i tempi.
Imparai che la mano è formata da dita, che strette insieme sono più forti.
Seppi. Seppi, per la prima volta, che prima o poi sarebbe finita, che non potevano stritolarci. Seppi che qualcuno aveva a cuore il mio destino, ed era lì, vicino a me, e sapeva, e capiva, e chiedeva in cambio solo altrettanto.
Naja...
Ahi, sventurati voi, che avete perso il cuore! Molte più frecce, al vostro arco, ma non più il cardio tende la corda. Fatti non foste a varcare i confini, o pennuti, ma semmai a tornarvi, irruenti, superando ogni procella.
Nuove corazze, fieri cimieri vi hanno abbagliato; i vostri gerarchi fiutano carriere, chi è sopra di loro vi scruta già come arance al mercato.
Chi vi disse “partite”
già comincia a spartire
con chi disse “potreste restare”.
Non più spazio per i nonni, finalmente.
Basta scherzare.
Adesso siamo professionisti.
Filippo
Rissotto - Nato a Genova nel 1959, è stato comandante di plotone nell'Undicesima
compagnia e successivamente vicecomandante della Nona presso il Mondovì di Cuneo. Oltre a La
Cinque ha pubblicato alcuni articoli in ambito universitario, ed ha curato
la parte letteraria di AA.VV., Alpini
e Carabinieri al servizio dell'Italia, Savona, 2001. Iscritto all'ANA
nel gruppo di Sestri Ponente (GE), ha collaborato anche con l'ANA di Savona. Dal
1998 suona per beneficenza musica dialettale e mediterranea con i Manyman,
ma continua a scrivere, perché non potrebbe farne a meno.
Ha coordinato
la parte strettamente letteraria di "In punta di Vibram", organizzando
il materiale nelle varie parti che lo costituiscono e fornendo un editing generale.
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