Asiago, una settimana prima
Dopo un sabato lavorativo durante il quale mi sono fatto il paiuolo girando sulla pedemontana trevigiana, la domenica mi sono alzato senza un briciolo di voglia, per cui mi sono detto "vecchio mio, e la tua millantata forza di volontà? gambe in spalla e vai..." Siccome non c'ero mai stato prima ad Asiago, era una continua sorpresa scoprire per quali posti nei prossimi giorni si dovranno inerpicare 200, 300 mila penne nere con relativi carriaggi, corriere, muli etc. Comunque dopo Foza, Gallio e altre piccole borgate, tra declivi verdissimi e boschi (Uomini, boschi e api) arriviamo ad Asiago, una bella cittadina, al centro della Spettabile Reggenza di cui fanno parte anche altri Sette Comuni, splende il sole, le strade sono già imbandierate (ed è cosa buona e giusta), qualche alpino cappello-munito già si aggira con fare solenne. Passa un po' di tempo tra una foto e l'altra e... i figli, ah i figli..., vogliono la pizza come rancio di mezzogiorno, la pizza, la pizza, la pizza. Trovo finalmente un locale ma è pieno, chiedo all'edicola di fronte e mi dice che c'è un'altra pizzeria nella via accanto. Ci andiamo ma ahimè non fanno pizze a mezzogiorno. L'altra pizzeria, il Tita Maso, mi dicono che è vicino all'aeroporto...! Ok, idea accettata entriamo in un bar-birreria-bruschetteria, sul davanti è installata una tettoia con una fila di distributori di birra alla spina che sembra una batteria contraerea, ma è l'unico banco che ho visto in giro così predisposto. Dentro il locale ci sediamo di fronte ad una bacheca con bottiglie di superalcolici vari piuttosto strani, infatti è una sorta di "piccolo museo del cordiale", ci sono alcolici di qualche decennio fa, brandy Oro Pilla, riserva Antoniazzi, Crown Royal, e altre anticaglie in bottiglia con sopra un dito di polvere. Arriva la cameriera e, mentre la moglie mi squadra, le chiedo con nonchalanche "Tutto pronto allora per l'adunata?" "Si certo, abbiamo pure messo i tavolini fuori" mi risponde la ragazzotta, che ad una prima occhiata valutativa corrisponde a tipologia antropologica sicuramente locale, ad alta produzione di latte. Insisto con le domande alla cameriera altopianese: "Scusa ma quanti abitanti ci sono ad Asiago?", ed ecco che un paio di occhioni bruno-alpini si alzano al soffitto persi in chissà quali dubbi amletici "Lo sa che mi coglie impreparata? Mi 'sso de Gaglio e so che Gaglio gà domilasinquesento abitanti circa, Asiago no so" e a quel punto se ne va ancheggiando, con l'aria di chi pensa "Ma che domande strane che 'l me fa sto ssior...!" [per la cronaca Gallio si trova a quattro chilometri da Asiago] All'uscita del locale dopo una lauta bruschetta, passando lungo un marciapiede, mi vengo a trovare vicino ad un vigile urbano asiaghese, tendo l'orecchio e sento che sta dicendo ad una signora "Stanno cominciando ad agitarsi molto le cose qui, pensi che stamattina ben tre auto hanno sbagliato strada e ho dovuto impiegare un sacco di tempo a dare spiegazioni". Anche per il solerte vigile vale lo stesso discorso: quando si troverà in paese più o meno 20.000 auto e 2.000 corriere cosa dirà...? Non molto lontano c'è l'aeroporto, una distesa con molti settori delimitati, però non mi è parso di vedere in giro molti campi attrezzati, chissà se tutti troveranno un posto per attraccare... Qua e la campeggiano bei capannoni già montati e presidiati, di gruppi alpini delle più svariate provenienze. In ogni caso ci sono immensi prati all'intorno, sarebbe sufficiente essere muniti di tendine da campo e viveri per poter resistere dei giorni, come resistettero gli Alpini sotto ben altre intemperie. Bei prati verdi a perdita d'occhio, il sacrario del Leiten che campeggia come una nave incagliata sul verde altopiano, un paese da sogno non c'è che dire, Asiago città martire, per gli Alpini un ritorno alle origini, un omaggio a quella Colonna Mozza dell'Ortigara che ancora richiama e ammonisce, non solo le genti dell'Altopiano ma tutto il mondo, che indifferentemente transeat.
Buona Adunata a tutti.
Luca de Paris - 118° Corso AUC SMAlp
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