48° A.U.C. 50 anni dopo
di Giorgio Nicola
15 LUGLIO 1967 – 2017
A metà giugno squilla il telefono di casa e all’altro capo: “Sono Zanzi, sei tu il Nicola che cerco?” Rispondo “Sì” ed in un attimo, anche se sono passati 50 anni, me lo rivedo biondino, appassionato di basket, normale per uno di Varese, compagno di Corso ad Aosta. E’ l’inizio di un raduno organizzato per sabato 15 luglio nella cittadina, dove il mio cammino militare era iniziato in un luglio caldissimo, come quello di questo anno. Anche se ho già programmato le vacanze, la ricorrenza è troppo importante per non esserci. Basta interromperle qualche giorno prima, naturalmente con il consenso di mia moglie, che si mostra anche felicissima di accompagnarmi in questo amarcord. Partiremo con l’auto direttamente da Bibione, risparmiandoci chilometri e gli attuali disagi dell’A4, assieme al cervignanese Variola (quello dei molini). Altri regionali di quel Corso erano i friulani Cainero (mister Zoncolan) che incontreremo ad Aosta e Coss (?), i triestini Caviglia (in vacanza in Corsica e molto dispiaciuto di non partecipare) e La Cognata (?). Facevano parte del 48° A.U.C. anche il triestino Chiandussi e il friulano Feruglio, purtroppo già “andati avanti”.
14 LUGLIO
Per noi più lontani il ritrovo è fissato alle 19 presso il Monumento all’Alpino in Piazza E. Chanoux per un saluto e un primo riconoscimento, facilitato notevolmente dal cartellino che il buon Zanzi repentinamente ci ha consegnato. Il tempo è una brutta bestia che ci toglie i capelli o li imbianca, le rughe segnano i volti, compaiono acciacchi vari e soprattutto tanti chili di troppo. Qualcuno poi aggrava il tutto con baffi e barbe che c’erano e non ci sono più o viceversa. Diciamo anche che con la maggior parte dei miei vecchi compagni ho passato soltanto i cinque mesi del Corso, vivendo a stretto contatto con quelli del mio plotone ATT (Armi a Tiro Teso) e la decina di occupanti della mia camerata. Con gli altri ho condiviso soltanto momenti in comunità, durante le ore di studio, le attività fisiche, di servizio e di libera uscita e, con una ventina di loro, anche il periodo come sergenti in Friuli. Qualcuno l’ho riconosciuto subito, qualcun altro dopo aver letto il nome e solo riguardo a pochi, per fortuna, nebbia assoluta. Dopo la rottura del ghiaccio, anche con l’aiuto delle nostre accompagnatrici invece subito a loro agio, i ricordi hanno cominciato a farsi strada e il tutto è continuato in un hotel vicino, il Duca di Aosta, con un robusto aperitivo. La cena era libera, pertanto rompete le righe e a domani.
15 LUGLIO
Alle ore 9,45 ritrovo (43 allievi + familiari) davanti alla Caserma Cesare Battisti, che nel frattempo ha cambiato ingresso e non solo. Quella mattina era prevista la cerimonia di consegna al museo della SMALP, da parte dei due figli, di alcuni cimeli di Carlo Vicentini (Battaglione Universitari 1941 e ufficiale del Monte Cervino, prigioniero nei lager russi fino al 1946), recentemente scomparso all’età di 100 anni, e siamo stati invitati a presenziare nel bellissimo Auditorium ai discorsi commemorativi assieme ai Cadetti di Modena, alpini in armi e Associazioni combattentistiche, presente pure il past-President dell’ANA Corrado Perona. Mentre i partecipanti si trasferivano nel piazzale principale per il proseguo della cerimonia, abbiamo potuto soltanto dare un’occhiata furtiva alla “nostra” caserma, di cui è rimasto poco e quel poco rifatto, a partire dalla famosa strada che attraversavamo per fare attività ginnica e raggiungere le aule; ora inglobata nella caserma e diventata ingresso principale. Irriconoscibili le nostre camerate, intravisto il piazzale dell’alzabandiera mattutina, delle adunate in genere, dove raccoglievamo le foglie autunnali e gridavamo a perdifiato le nostre generalità. Alla chetichella ce la siamo svignata perché eravamo attesi al Castello Generale Cantore (Comando del Centro Addestramento Alpino agli ordini del gen. Giannuzzi). Questa volta abbiamo posteggiato, con grande soddisfazione, le nostre auto proprio davanti all’ingresso del Castello, a cui è seguita la visita guidata delle sale interne del piano terra dell’edificio e poi della Palestra di roccia. Modificata rispetto ai nostri tempi con le vie attrezzate, ma a tutti sono affiorati i ricordi e le difficoltà di quelle salite, soprattutto l’ultima a dicembre con un freddo becco. Sono state tolte invece le torri per gli esercizi di ardimento.
Ci siamo recati poi tutti nella Cappella, davanti al Crocefisso donato da Papa Giovanni Paolo II nella sua visita alla Scuola Militare Alpina, dove Cainero ha letto i nomi dei ventisei compagni “andati avanti” e Morini ha recitato in loro memoria la Preghiera dell’Alpino. Alla sera nella chiesa di Pila era programmata anche una S.Messa di suffragio, alla quale hanno presenziato, rappresentandoci tutti, Baucè e Marcoz. .
Il programma prevedeva quindi la salita a Pila, questa volta in cabinovia (17 minuti) invece di parecchie ore di marcia. Qui il nostro compagno di Corso Nini Marcoz, aostano doc, preziosa guida nell’organizzazione, ha voluto offrire a tutti i presenti un pranzo nel suo bar-ristorante lo Yeti. Un sontuoso pranzo, annaffiato abbondantemente da ottimo nettare della Vallèe e con genepy artigianale finale: nel mentre si animavano discussioni, affioravano ricordi più o meno nitidi della naia, completati da racconti di famiglia e attività lavorative.
A ciascuno è stata donata una copia de Il Segno degli Alpini, volume che contiene 473 disegni di bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, che hanno partecipato al Concorso "Disegna gli Alpini" a suo tempo indetto dal Comune di Paluzza, in collaborazione con l'8° Reggimento ed è impreziosito dai testi che Roberto Piumini ha creato appositamente. Il libro fa parte della Collana editoriale IPDV- L'Impronta degli Alpini, della cui Redazione fa parte il nostro compagno Paolo Zanzi, molto impegnata negli aiuti umanitari in favore soprattutto dei bambini, collaborando con la Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus e con una Missione in terra africana.
Pensando invece a un regalo da fare a Nini Marcoz per ricambiare la sua ospitalità, sondando molto velatamente anche l’interessato, ne è venuta fuori l’idea di utilizzare l’occasione del nostro incontro dopo 50 anni per “fare qualche cosa di nuovo e di buono insieme”: per restare in tema “Scuola” e aiutare qualche ”allievo” bisognoso e meritevole a costruirsi un futuro migliore.
Da qui l’idea di unirci ai nostri nonni del 35° Corso AUC che partecipano già, a sostegno della Associazione Amici di Massimo Onlus, all’iniziativa AUC PRO Uganda, a Kitanga, per aiutare i due piccoli Nyesigire Betti di 10 anni e Katwesiime Jude di 12, rimasti da poco orfani, a completare le primarie (ancora 3 anni di scuola), assumendoci il costo annuo per entrambi, comprensivo di vitto e alloggio, oltre alla fornitura della divisa, dei libri ecc. Credo che i 2640 euro raccolti a Pila(arrivati a quasi 3.000 con altre donazioni pervenute nel frattempo) serviranno a fare anche qualcosa di più.
Con il sole che perdeva forza e un venticello frizzante che saliva dalla Valle, ma soprattutto a causa della cabinovia che chiudeva, era d’obbligo il rompete le righe, non prima di aver fatto l’ammaina bandiera e la promessa di un nuovo incontro entro 3-5 anni, cercando possibilmente di aumentare le presenze, soprattutto per quanto riguarda i miei ex compagni di camerata.
Per me, mia moglie e Variola la partenza è prevista per domenica mattina e quindi ci aspetta un’altra serata, con i nostri amici torinesi venuti a trovarci, nella bella Aosta, dove a differenza di 50 anni prima però non si vedono più tutti quegli AUC, ACS e alpini della Caserma Testafochi, che animavano con il loro vociare la via principale, tra Piazza della Repubblica e l’ Arco di Augusto.
Giorgio NICOLA
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